La calcolosi, conosciuta anche come calcoli renali, è un disturbo molto diffuso che colpisce tanto gli uomini, quanto le donne e, in rari casi, anche i bambini. Il picco di incidenza si ha tra i 30 e i 60 anni e interessa circa l’8% della popolazione.
I calcoli urinari non sono tutti uguali tra loro e si differenziano sia per le dimensioni, sia per la composizione sia, a volte, dalla genetica. Ecco le tipologie più diffuse:
- calcoli di cristalli di sali di calcio: si tratta di ossalati, ma anche di carbonati e fosfati, che ricoprono circa il 75% del totale;
- calcoli di cristalli di altri sali: in particolare fosfati di ammonio e magnesio, che ricoprono tra il 10% e il 15% del totale;
- calcoli di acido urico: sono formati da un’alta concentrazione di urato monosodico e la loro percentuale è del 5-10% sul totale;
- calcoli di cristalli di cistina: sono più rari, hanno un caratteristico colore giallo e si riscontrano nei soggetti affetti da cistinuria, una malattia genetica che impedisce ai reni di assorbire la cistina, che si riversa così nelle urine formando aggregati;
- calcoli di struvite: composti da fosfato, magnesio e ammonio, rappresentano circa il 5% del totale.
Per poter riconoscere la tipologia di calcolo e poter successivamente intervenire è sempre opportuno effettuare una visita specialistica per eseguire tutti gli accertamenti del caso.
Sintomi dei calcoli renali
Il principale sintomo della calcolosi è la colica, un evento molto doloroso che, però, permette all’organismo di espellere le pietre dure. In base alla posizione dei calcoli, la colica può manifestarsi durante il passaggio dal rene all’uretere, così come nella transizione dalla vescica all’uretra. La colica termina con l’espulsione del calcolo.
Di conseguenza, la colica non è negativa ma, durante il suo transito, il calcolo può anche comportare delle complicazioni, come l’ostruzione del passaggio dell’urina favorendo l’insorgere di infezioni e disturbi urinari. Ecco perché è necessario agevolare il passaggio dei calcoli in modo del tutto naturale, assumendo liquidi e farmaci antispastici e antiemetici.
Insieme alla colica possono presentarsi anche altri sintomi:
- dolore acuto al fianco, che si irradia verso l’addome colpendo anche inguine e gamba;
- dolore fluttuante, che alterna momenti molto acuti a momenti di distensione;
- difficoltà nell’urinare;
- urine torbide e maleodoranti;
- presenza di sangue nelle urine;
- febbre;
- nausea e/o vomito.
In presenza di uno o più sintomi, il primo passo da fare è contattare subito il proprio medico, in modo che possa intervenire tempestivamente.
Cause e fattori di rischio della calcolosi
Le cause scatenanti della formazione di calcoli renali non sono del tutto chiare ancora oggi; i calcoli, infatti, si originano da una serie di condizioni che però non spiegano del tutto il fenomeno. Sicuramente esistono fattori di rischio che favoriscono la loro formazione e contribuiscono al malessere e ai dolori e, tra i più diffusi, è possibile ricordare:
- familiarità: se ci sono altri soggetti in famiglia affetti da calcolosi renale, allora la probabilità di soffrirne aumenta;
- calcolosi pregressa: i calcoli renali sono recidivi, quindi se si sono già presentati in passato è probabile che compariranno in futuro;
- disidratazione: bere poca acqua durante la giornata comporta un insufficiente volume di urine, nelle quali è più difficile che i sali minerali e le sostanze di scarto riescano a disciogliersi;
- alimentazione: assumere grandi quantità di cibi contenenti ossalati, soprattutto di calcio, concorre alla formazione di oltre il 70% di calcoli urinari;
- obesità: il sovrappeso è una condizione predisponente alla calcolosi urinaria, dato che un indice di massa corporea superiore a 30 corrisponde a un aumento dell’acidità delle urine.
Questi sono i fattori predisponenti più diffusi, ma esistono anche delle condizioni patologiche che possono contribuire:
- malattie infiammatorie del tratto gastrointestinale: Morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa, diarrea cronica sono solo alcune delle patologie che causano un’alterazione delle capacità dell’organismo di metabolizzare correttamente alcuni sali minerali come il calcio;
- iperparatoroidismo: una malattia endocrina che genera l’iperattività delle ghiandole parotidi che, a sua volta, crea disequilibrio nell’assorbimento di calcio e fosforo;
- cistinuria: come visto in precedenza, causa la formazione di calcoli di cistina;
- sarcoidosi: una malattia infiammatoria multisistemica associata a iperproduzione di vitamina D e a eccessivo assorbimento di calcio a livello intestinale;
acidosi renale tubolare: una malattia che causa un’elevata concentrazione di acidi nel sangue; - gotta: una malattia reumatica che contribuisce alla formazione di calcoli di acidi urici;
- assunzione di farmaci e integratori: soprattutto quelli a base di calcio e vitamina C e con azione chemioterapica e antidepressiva possono aumentare il rischio di calcolosi.
Calcolosi e diagnosi
Subito dopo aver avvisato il proprio medico è necessario sottoporsi a una visita accurata che, in alcuni casi, può essere sufficiente a far chiarezza sul quadro clinico. Per confermare o smentire si può sempre ricorrere all’esame delle urine e a un’ecografia ai reni. Nel caso in cui entrambi gli esami non dovessero rivelarsi esaustivi, l’ultima spiaggia rimanere la TAC.
Rimedi per i calcoli renali
Quando si soffre di calcoli renali è possibile attuare diversi rimedi per risolvere e trovare sollievo, tutto dipende dalla gravità sia dello stato di salute, sia del dolore. Nei casi più lievi potrebbe bastare un trattamento farmacologico che contribuisca allo scioglimento o all’eliminazione dell’agglomerato.
Al contempo, il medico potrebbe suggerire anche un piano alimentare da seguire con l’obiettivo di depurare l’organismo e agevolare l’espulsione dei calcoli. In presenza di forti dolori, poi, si possono sempre assumere degli antidolorifici.
Generalmente, la terapia suggerita dal medico è composta da:
- antidolorifici;
- diuretici;
- liquidi in abbondanza;
- dieta sana ed equilibrata;
- riposo.
In presenza di calcoli renali eccessivamente dolorosi e invasivi è necessario procedere per via chirurgica. Esistono differenti opzioni:
- terapia extracorporea con onde d’urto: si basa sull’utilizzo delle onde sonore che vengono focalizzate sul calcolo in modo da frantumarlo;
- nefrolitotomia percutanea: si effettua in anestesia generale e attraverso una piccola incisione sul fianco, dal quale si raggiunge il rene che racchiude il calcolo da eliminare.