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Scoliosi: come risconoscerla e curarla

Il termine scoliosi deriva dal greco “skolios” che significa “ricurvo”: non a caso, infatti, questa patologia consiste in una deformità della colonna vertebrale che riguarda i tre piani dello spazio e si sviluppa in senso elicoidale:

  • piano frontale con deformità laterale;
  • piano sagittale con deformità in avanti o indietro;
  • piano orizzontale con deformità rotatoria.

La scoliosi si manifesta con diversi sintomi che, a lungo andare, spingono i soggetti colpiti a richiedere una visita specialistica per riscontrarne la causa, la tipologia e i migliori rimedi per trovare sollievo e cercare di ripristinare uno stato di benessere.

Tipologie di scoliosi

Di scoliosi ne esistono diverse tipologie, che variano in base alla causa scatenante e all’età del paziente. Individuare quella corretta è il primo passo per valutare le terapie mediche più adeguate:

Scoliosi congenita

La scoliosi congenita si suddivide, a sua volta, in altre sotto-tipologie:

  • malformazioni vertebrali: si presentano con vizi di formazione o vizi di differenziazione. Le più diffuse hanno origine dalla fusione di 2 o più vertebre a causa di un’alterazione dei centri di ossificazione di ogni vertebra;
  • malformazioni toraciche: possono comportare malformazioni della parete toracica, date dalla fusione di più costole tra loro, il che porta a uno sviluppo alterato della colonna vertebrale.

Scoliosi secondaria

Anche la scoliosi secondaria, esattamente come la scoliosi congenita, si suddivide in altre sotto-tipologie:

  • post-poliomielite: si manifesta a seguito di una poliomielite contratta da bambini; 
  • neuromuscolari: rientrano le scoliosi derivanti da una miopatia o da una miodistrofia (cioè malattie genetiche che prevedono la degenerazione di un muscolo), da una paralisi spastica (tipica dei bambini nati con sofferenza fetale per carenza di ossigeno) o dalla siringomielia (una malattia neurologica che comporta la presenza di cisti nel midollo spinale);
  • pleuropolmonari: a seguito della TBC;
  • collegate a malattie metaboliche ed endocrine
  • neurofibratose;
  • tumori vertebrali o del midollo spinale.

Scoliosi idiopatica

Nel momento in cui non è possibile risalire a una causa ben precisa, si parla di scoliosi idiopatiche, che si manifestano nell’80% dei casi. Spesso si tratta di alterazioni genetiche a carico di alcuni cromosomi, oppure di un malfunzionamento dei legamenti e dei muscoli paravertebrali. La loro gravità è direttamente proporzionale all’età in cui si manifestano: più è giovane il paziente e più gravi saranno i sintomi e le conseguenze.

Scoliosi e sintomi

Riconoscere l’insorgere della scoliosi è possibile: basta fare attenzione ai segnali lanciati dal proprio corpo. Clinicamente, questa patologia si manifesta con sintomi precisi ed evidenti:

  • schiena deformata, visibilmente curva;
  • mal di schiena;
  • difficoltà nei movimenti della colonna, accompagnata da una forte rigidità articolare;
  • anche e spalle asimmetriche;
  • difficoltà respiratorie, derivanti dalla deformazione della gabbia toracica e dall’alterazione della muscolatura respiratoria.

Come curare la scoliosi

Il primo passo per migliorare e curare la scoliosi consiste sicuramente nel richiedere una visita specialistica, durante la quale il paziente viene valutato in posizione eretta, flessione anteriore e posizione estesa.

riabilitazione scoliosi

Successivamente, si prefissano gli obiettivi da raggiungere che, generalmente, prevedono il mantenimento della funzione della colonna e la prevenzione di sintomi a breve e a lungo termine. In particolare, la riabilitazione è mirata a evitare una progressiva curvatura, correggendo la deformità del tronco e della colonna vertebrale e prevenendo il deterioramento della qualità della vita.

Il trattamento della scoliosi, poi, dipende dalla curvatura della colonna, quindi è quanto più personalizzato possibile in base al paziente. In presenza di una scoliosi lieve (<25°) si potrà procedere con:

  • rieducazione posturale: dopo aver preso coscienza dei propri difetti, si può procedere con esercizi di autocorrezione;
  • rafforzamento muscolare: si sviluppano delle fibre toniche dei muscoli antigravitari;
  • sviluppo delle reazioni di equilibrio: si incrementa l’equilibrio assiale del tronco;
  • mobilizzazione: si recupera la mobilità articolare ridotta sia del cingolo pelvico, sia del cingolo scapolo omerale;
  • integrazione posturale: consiste nell’integrazione neuromotoria e nell’educazione ergonomica, entrambe utili per sviluppare una capacità adeguata per rispondere correttamente alle esigenze della vita quotidiana.

In presenza, invece, di scoliosi più gravi, sarà probabilmente necessario l’intervento chirurgico.

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